La Seconda guerra mondiale
Non esiste famiglia in Italia - e in Europa tutta - che non abbia avuto a che fare con la Seconda Guerra Mondiale.
Tutti noi, direttamente o no, abbiamo avuto a che fare con chi quella guerra l'ha fatta, combattuta... maledetta!
Il tratto che più mi spaventa è che, per una qualche strana e sconosciuta ragione, è passata l'idea che quel sacrificio, che quel massacro di un'intera generazione, sia stato solo un "fatto di storia", qualcosa che si studia nei libri e non c'appartiene.
Che Giovanni Gugliotta non vedesse crescere le sue bambine, che Giuseppe Giannone non tornasse mai più a casa, che Salvatore Abate ricordasse per tutta la vita il gusto delle bucce di patate ghiacciate mangiate nottetempo, tutto questo dunque non ci tocca? Che 90.000 ragazzi non tornassero più a casa dalla Russia, che Giovanni Di Gabriele, insieme ad altri 600.000 militari, fosse internato nei campi di lavoro tedeschi, che altre centinaia di migliaia perdessero la vita tra le montagne dell'Albania, lungo le spiagge delle isole greche o ancora nel caldo soffocante d'Africa. Può tanto orrore, tanto smisurato dolore, esserci estraneo? Possono le lacrime di centinai di migliaia di famiglie non straziarci il cuore e l'anima?
Può tutto questo lasciarci indifferenti?